Oggi,
viviamo in una società di paradossi dove parole come inclusione, conoscenza, intelligenza artificiale e metaverso contrastano con i termini di esclusione, analfabetismo funzionale, digital device e approccio physical.
Internet ha consentito un facile accesso all’informazione, generando acquisizione tra gli utenti.
E negli ultimi anni, il suo uso è cresciuto in modo esponenziale.
Ma la crescita delle competenze informatiche degli utenti, va di pari passo con lo sviluppo tecnologico?
Per rispondere a questa domanda può essere utile definire alcune contraddizioni che riscontriamo nella quotidianità.
IL PRIMO DEI PARADOSSI: maggiore acquisizione di informazione e aumento dell’analfabetismo informatico.
L’uso non corretto dei mezzi informatici è presente più oggi che agli inizi dell’evoluzione digitale. Le cause sono la disparità nell’acquisizione di risorse, le poche capacità di alcuni, la mancanza di una base o di un metodo didattico su questa materia.
Si può diventare analfabeti informatici, anche se non lo si è stati precedentemente, a causa del rapidissimo avanzamento della tecnologia e la mancanza di aggiornamento.
La trasformazione digitale è innanzitutto un cambiamento culturale che però andrebbe stimolato attraverso la diffusione delle competenze digitali e la formazione.
IL SECONDO DEI PARADOSSI: esistono campagne di sensibilizzazione sull’ambiente, sulle emissioni di CO2 ma non si fa propaganda per responsabilizzare l’utente sull’utilizzo corretto dei propri dati. Email, chat, archivi, browser e dispositivi tecnologici che sono alla base di ogni attività informatica.
Ricordiamo che, maggiore è la quantità di dati, più i server lavorano con l’aumento delle emissioni di CO2 e con il conseguente consumo energetico.
IL TERZO DEI PARADOSSI: internet è uno straordinario contenitore di testi e fonte enorme di informazione. Spesso obsoleto e disinformato.
In questa vasta biblioteca, chiunque può essere autore di un blog o di una pagina. Quando facciamo ricerca su google ci imbattiamo su articoli già vecchi e in siti web poco user friendly. In questo meccanismo viene premiato la popolarità dell’articolo, (audience), rispetto la qualità percepita da qualcuno. Per questo occorre imparare ad usare meglio il motore di ricerca filtrando date, blog, news e considerando di più, google scholar, come testi didattici.
IL QUARTO DEI PARADOSSI: con l’aumento dei tuttologi e degli esperti aumenta la povertà di conoscenza.
Google è uno strumento di informazione talmente rapido che l’argomento da trattare è facilmente reperibile. Basta leggere poche righe per diventare esperti in materia. Così, la maggior parte degli utenti, fanno proprie le informazioni di altri sovrastimando la loro preparazione: effetto Dunning-Kruger.
IL QUINTO DEI PARADOSSI: i social network hanno aiutato ad abbattere molte barriere ma non sono la soluzione per intraprendere relazioni interpersonali intense e condividerle con gli altri.
Molti studiosi sostengono che se utilizzate in modo appropriato, le tecnologie digitali portano un miglioramento culturale e comportamentale dell’individuo. In questo, le istituzioni dovrebbero impegnarsi ancora di più, promuovendo un uso consapevole dei mezzi di comunicazione e facendo formazione agli utenti per migliorare le competenze digitali.
CONCLUSIONE:
L’iniziativa che è nata nel 2019 dal Governo italiano: «Cultura informatica e competenze digitali sono i requisiti essenziali della cittadinanza. Pubblico e privato devono investire risorse nel loro sviluppo in quanto fattori determinanti per la crescita, la competitività e il benessere del Paese, combattendo ogni forma di analfabetismo digitale anche attraverso la scuola, l’università e i mezzi di comunicazione di massa» “manifesto per la Repubblica Digitale”.
Il Manifesto è concettualmente corretto e propositivo ma in che modo arriverà agli utenti? Aspettiamo fiduciosi!