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Browser web con intelligenza artificiale

Ormai non si parla d’altro che di intelligenza artificiale, al punto che, diventa difficile orientarsi tra le molte soluzioni disponibili e capire davvero in cosa differiscono l’una dall’altra.

Google non è il solo motore di ricerca
Tra le novità più interessanti c’è l’arrivo di veri e propri browser web “nati” con l’AI al centro dell’esperienza, e non come semplice funzione aggiuntiva. «A ottobre OpenAI ha lanciato ChatGPT Atlas, entrando a pieno titolo nella nuova guerra dei browser AI» tratto da Sole24ore. Nello stesso periodo Perplexity ha reso gratuito il suo browser Comet, mentre Opera ha presentato Neon, un browser costruito attorno a funzionalità agentiche avanzate. Questi strumenti promettono di cambiare in profondità le nostre abitudini di navigazione, rendendo naturale per gli utenti l’uso costante dell’intelligenza artificiale durante la consultazione del web.​

La killer feature sono i “Tasks”:

La novità chiave comune è il concetto di “Task” (attività), ovvero possiamo definirla una “lista delle cose da fare” interattiva in cui l’AI non si limita a rispondere a domande, ma organizza, collega e svolge azioni sul web in modo autonomo. In questo scenario l’utente definisce un obiettivo (ricerca, acquisto, confronto prodotti, studio) e il browser AI gestisce schede, contenuti e dati necessari al suo raggiungimento.​

  • Atlas di OpenAI
    Atlas trasforma ChatGPT in un vero motore di ricerca AI, integrando la navigazione web con risposte aggiornate in tempo reale e la possibilità di delegare attività complesse. Tra le funzioni distintive c’è “Browser memories”, che permette al sistema di ricordare il contesto dei siti visitati per offrire suggerimenti e azioni più pertinenti nel tempo. Con Agent Mode, inoltre, Atlas può eseguire compiti multi-step nel browser, come compilare moduli o navigare tra più pagine, mantenendo sempre il controllo in mano all’utente.​
  • Neon di Opera
    Neon introduce workspace autonomi che comprendono il contesto del Task: l’AI è in grado di analizzare, comparare e agire su più fonti contemporaneamente. Con la funzione “Neon Do” la navigazione diventa realmente agentica: l’intelligenza artificiale può aprire e chiudere schede, compilare moduli, raccogliere dati e confrontare informazioni tra siti diversi all’interno dello stesso Task. Al momento è l’unico dei tre browser a prevedere un modello a pagamento su abbonamento mensile.​
  • Comet di Perplexity
    Il browser Comet punta su affidabilità e precisione, sfruttando la cronologia e il contesto di navigazione per identificare prodotti, pagine rilevanti e fonti utili all’utente. Al centro c’è un assistente AI in grado di riassumere pagine, gestire più schede, navigare siti e automatizzare attività ripetitive come ricerche complesse, compilazione di form o preparazione di bozze di email. La possibilità di passare in modo fluido dal motore di ricerca al chatbot è particolarmente preziosa per le query complesse, mentre il sistema dei Tasks mantiene il lavoro organizzato e consente di analizzare rapidamente grandi volumi di informazioni.​
  • Gemini e Copilot: assistenti oltre il browser
    Google Gemini consente di ottenere risposte sintetiche e contestualizzate direttamente dalla barra di ricerca, agendo come un assistente personale proattivo integrato nell’ecosistema di servizi Google. Copilot di Microsoft, invece, è pensato come assistente di produttività nelle applicazioni Office: aiuta a generare contenuti, analizzare dati, automatizzare processi e supportare ricerche complesse in Word, Excel, PowerPoint, Outlook e Teams.​
  • AI Mode e la ricerca tradizionale
    AI Mode di Google non è un vero browser, ma una modalità di ricerca potenziata che sfrutta l’intelligenza artificiale per sintetizzare informazioni dai miliardi di pagine indicizzate da Google. In questo modo l’utente ottiene risposte dirette e contestualizzate senza dover aprire e leggere manualmente tutte le singole fonti.«Utilizza una tecnica chiamata query fan-out: scompone la richiesta in sottotemi, effettua più ricerche simultanee e restituisce una sintesi logica con i link essenziali. Così l’utente non deve più comporre una catena di ricerche successive: la modalità AI costruisce per lui un percorso di risposta» tratto da ilsole24ore 

Futuro e rischi dei browser AI
I browser con intelligenza artificiale promettono di rendere il web più efficiente, automatizzando attività ripetitive e trasformando la navigazione in un flusso continuo di azioni guidate da agenti digitali. Allo stesso tempo aprono interrogativi importanti su privacy, sicurezza e tutela dei dati, perché questi strumenti vedono e memorizzano una parte sempre più ampia di ciò che facciamo online. La sfida dei prossimi anni sarà sfruttarne il potenziale senza rinunciare al controllo sulle informazioni personali e sulla qualità delle decisioni prese con l’aiuto dell’AI.